Il rapporto fra San Gennaro e Napolinon è solo quello che c’è fra un patrono e la città che protegge. Il Santo è parte stessa della storia, del costume ed entra nella vita di tutti i giorni di tutti i napoletani. Lo si percepisce camminando per le strade di Napoli adornate di murales, edicole votive, altarini e immagini.
E lo si tocca con mano. lo si può vivere, infatti, in due momenti dell’anno, il 19 settembre e il 16 dicembre. Due giornate che fanno accorrere nella città partenopea fedeli e credenti da tutto il mondo. A settembre cade l’anniversario della decapitazione del Santo avvenuta nel 305 a Pozzuoli. Il 16 dicembre è invece il giorno del “miracolo laico” che ricorre in memoria dell’eruzione del Vesuvio del 1631. Quando i napoletani chiesero e ottennero l’intervento miracoloso del loro patrono per scongiurare che il magma invadesse la città. Ed è proprio alle richieste di aiuto e ai ringraziamenti per i miracoli ricevuti, i cosiddetti ex-voto, che è dedicata una mostra attualmente in corso che unisce arte contemporanea, spiritualità e folklore.
Da Klein a Pistoletto: quando l’arte contemporanea incontra la spiritualità popolare
Se è vero che il la Cappella di San Gennaro nel Duomo di Napoli è una matrioska di musei di enorme valore, il valore continua a crescere. Ancora oggi. Ad arricchire ancora più il patrimonio del Santo arriva in questi giorni “Per Grazia ricevuta – Visioni contemporanee dell’Ex Voto” la mostra curata da Alberto Mattia Martini che sarà visitabile fino al prossimo 30 settembre. 120 artisti, attraverso vari medium e approcci artistici differenti, esplorano il concetto di ex voto. Oggetti carichi di mistero e memoria, trasformati in strumenti di riflessione sulla condizione umana, la fragilità, la ricerca di senso, la relazione con il sacro. E con il destino.

Grande protagonista della mostra è il celebre monocromo blu di Yves Klein donato dall’artista francese nel 1958 al monastero di Santa Rita da Cascia in segno di devozione, qui eccezionalmente esposto nella Sacrestia della Cappella del Tesoro dove sono custoditi i dipinti di Luca Giordano.
L’esposizione si configura come un dialogo sulla relazione tra il sacro e il profano, tra il tangibile e il trascendente. Gli ex voto contemporanei, pur mantenendo il loro valore simbolico, si muovono dalle radici puramente religiose per abbracciare una prospettiva più laica e universale. Attraverso un allestimento immersivo che richiama l’atmosfera dei luoghi di culto, dove gli ex voto si accumulano in una stratificazione temporale e simbolica, la mostra invita il visitatore a una contemplazione profonda. Le opere, tra cui spiccano quelle di Mimmo Jodice, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Antonio Biasiucci, Giulia Piscitelli, Roxy in the Box, Igor Mitoraj e altri prestigiosi autori della scena contemporanea, dialogano tra loro come in una preghiera collettiva, offrendo molteplici punti di vista sulla realtà e sulla ricerca di conforto e speranza.

Il museo del tesoro di San Gennaro
Oltre che nume tutelare della città del Vesuvio, San Gennaro è il santo che può vantare il tesoro più prezioso al mondo. Basti dire che la sola mitra, custodita insieme agli altri preziosi nella Real Cappella del Tesoro, realizzata da Matteo Treglia nel 1713, è adorna di 3328 diamanti, 198 smeraldi e 168 rubini e vale oltre sette milioni di euro.
Il gioiello di arte barocca all’interno del Duomo di Napoli
È una tappa imprescindibile del tour di Napoli e sta vivendo una stagione di grandi successi grazie alle attività intraprese da D’Uva, la società tutta al femminile che su incarico della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, gestisce le attività museali del Tesoro. Programma che ha portato, dal 2021 a oggi, un incremento dei visitatori di oltre il 70%.
La visita al museo si può seguire con l’audioguida, in 12 lingue tra cui il napoletano e una versione per i bambini con le voci di Patrizio Rispo e Nunzia Schiano. Il tour prende il via dalla Real Cappella del Tesoro. Qui è dove si trova la più grande collezione di argenti al mondo arricchita dai i 53 busti in argentei dei compatroni.

La Cappella accoglie opere importantissime. Imprescindibile il paliotto in argento dell’altare di Giandomenico Vinaccia, affreschi del Domenichino, di Giovanni Lanfranco e di Jusepe de Ribera. Il tabernacolo è anche il primo esempio di spazio quadrifonico al mondo, composto da due organi e due cori. Per le liturgie legate allo scioglimento del Sangue venivano chiamati qui i più celebri compositori e cantanti: da Alessandro Scarlatti a Giovan Battista Pergolesi, da Domenico Gizzi al Farinelli. Il cancello di ottone, progettato da Cosimo Fanzago, è un’opera imponente del 1665. Si dice che ogni singola colonnina, al tocco, risponda al suono di una diversa nota musicale.

La collezione stabile
Il percorso si snoda fra opere d’arte, affreschi, dipinti e antichi arredi. Un cammino di bellezza che va dalla Cappella verso le Sacrestie e le sale del museo, fra le opere di Luca Giordano, Domenico Zampieri, Cosimo Fanzago, Francesco Solimena, Lorenzo Vaccaro, Massimo Stanzionee tanti altri. Nella sacrestia sono stati recentemente restaurati quattro splendidi rami di Luca Giordano.
Nelle sale del museo si trova una collezione di capolavori che ripercorrono 500 anni di storia. Oltre alla mitra ci sono la collana di San Gennaro e preziosissimi ostensori (fra cui quello donato da Maria Teresa D’Austria), reputato tra i più belli del Tesoro. La collezione permanente del Tesoro, oltre che del museo, è composta da oggetti preziosi e unici donati da sovrani, papi, nobili e dal popolo.

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di Giusy Dal Pos
A custodire da 500 anni il Tesoro e le reliquie di San Gennaro è la Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro. Un organismo laico unico nel suo genere. Composto da 12 Deputati, ha le sue radici negli antichi sedili del Patriziato e del Popolo napoletano cui un tempo era affidato il governo della Città. La presidenza onoraria della Deputazione è affidata al sindaco di Napoli mentre l’amministrazione è in capo al vicepresidente eletto tra i Deputati.
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