Che poi si dica il contrario, ma c’è un momento — tra la crosta del pane ancora caldo e l’odore umido del burro montato al pepe — in cui la vita ti sembra una cosa sensata. All’Hosteria al Corno, appena fuori Verona, lo capisci già mentre ti stai sedendo. Il burro non è una coccola, è un’esca. Ti tengono lì, inchiodato, con una fetta di pane alla frutta che sa di merenda anni Ottanta e una montatura di grasso sbattuto a mano che ti fa pensare che forse, in questa vita, qualcosa l’abbiamo capita.

Petra Antolini e il marito Lorenzo non hanno ancora finito di raccontare la loro infanzia e già tu sei dentro la loro narrazione gastro-temporale, con la bistecca Panatta che pare un’ode alla muscolatura italiana dei tempi pre-gluten-free. E con i tortelli con il pero misso che portano con sé l’eco di cortili, nonne e liquidi dimenticati nella frutta d’inverno. È tutto incredibilmente carnivoro, ma con una delicatezza che spiazza. Dalla wagyu che quasi ti chiede scusa mentre si scioglie, alla rubia gallega che ti guarda negli occhi prima di farti dimenticare il tuo nome.
Hosteria al corno: il menu
Il menu è recente, l’osteria aperta da quattro mesi. Ma la memoria è lunga: è come mangiare in una trattoria reinventata da due registi neorealisti che hanno letto troppo Houellebecq e si sono commossi per la prima volta davanti a un prosciutto iberico. Il grande antipasto è una lezione di geografia sentimentale: salumi spagnoli, salami no-strali (no, non è un errore, è una dichiarazione), e ancora burro, ancora pane, ancora infanzia.

Isotta: la trattoria che rivoluziona la periferia romana
di Gualtiero Spotti
Sessanta euro per antipasto e secondo. Tutto con una bottiglia presa da una carta dei vini che ha il passo agile di una ventenne con gusti maturi. I dolci li salti, ma non per superbia: sei pieno, sazio, in pace. In quell’osteria che sa di primo amore, ti dici che forse potresti tornare. Anche solo per il burro. Anche solo per dire grazie. Anche solo per Petra e Lorenzo, che cucinano come se ogni sera fosse l’ultima cena — ma allegra, carnale, e con un pezzo di pane che profuma di casa.
Un posto per tornare. E per ricordare.
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