Quarantasette viaggi apostolici in 66 paesi del mondo, Papa Francesco ha girato il mondo seguendo le parole che Gesù rivolse agli apostoli. “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”. Il pontificato di Papa Francesco verrà ricordato per gli stravolgimenti che ha portato in seno alla Chiesa e che l’hanno cambiata per sempre.
Francesco è arrivato in Vaticano in un momento di annichilimento, seguito alle dimissioni del suo predecessore, Benedetto XVI, il cui pontificato era stato caratterizzato dal conservatorismo più stretto. Francesco impresse uno stravolgimento che portò la chiesa in direzione opposta. Aprì le porte ai migranti, ai poveri e alle vittime di abusi sessuali da parte del clero cattolico, e ai cattolici gay. E, proprio come aveva fatto Gesù, e dopo di lui gli Apostoli, girò il mondo per portare la gioia del Vangelo e la forza della Misericordia a tutti, cristiani e no.
Il suo primo viaggio nella sua America Latina, in Brasile
Papa Francesco ha viaggiato in paesi spesso dimenticati e lontani. Ha cercato di migliorare le relazioni con il governo cinese, con i religiosi musulmani e con i leader di tutto il mondo. Il suo primo viaggio fu proprio nella sua America Latina, in Brasile, per la giornata mondiale della gioventù nel 2013. Qui è dove ha incitato milioni di giovani con la frase “fate chiasso”. In questa frase c’è l’impegno di Bergoglio ad aprire la Chiesa a tutti. A portarla in mezzo alla gente, fuori dalle buie sacrestie dove era rimasta chiusa per millenni.
L’anno seguente Francesco è in Terra Santa a lanciare un forte messaggio di pace e di dialogo tra le religioni con accanto il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo. A cinquant’anni dall’abbraccio tra Paolo Sesto e Atenagora.

Qui, durante l’omelia all’International Stadium di Amman dice: “La pace non si può comperare, non si vende. La pace è un dono da ricercare pazientemente e costruire “artigianalmente” mediante piccoli e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana. Il cammino della pace si consolida se riconosciamo che tutti abbiamo lo stesso sangue e facciamo parte del genere umano. Se non dimentichiamo di avere un unico Padre nel cielo. Di essere tutti suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza. In questo spirito abbraccio tutti voi. Il mio cuore si rivolge anche ai numerosi rifugiati cristiani. Anche tutti noi, con il nostro cuore, rivolgiamoci a loro, ai numerosi rifugiati cristiani provenienti dalla Palestina, dalla Siria e dall’Iraq”.
Papa Francesco: “La grandezza di una persona si basa sempre su come serve la fragilità dei suoi fratelli“
Nel 2015 è la volta della Repubblica Centrafricana, dove infuria la guerra, per aprire il Giubileo della misericordia, un gesto storico che risuona come un appello fortissimo alla riconciliazione. Nello stesso anno, in settembre, il Papa è a Cuba e tiene messa in Plaza de la Revolución all’Avana. “La grandezza di un popolo, di una nazione; la grandezza di una persona si basa sempre su come serve la fragilità dei suoi fratelli. E in questo troviamo uno dei frutti di una vera umanità. Perché, cari fratelli e sorelle, chi non vive per servire, non serve per vivere”, ricorda Francesco con tono delicato ma esplicito.
Il servizio verso i meno fortunati accompagna Francesco per tutto il suo pontificato e lo esprime in innumerevoli occasioni. Come nel 2016 a Lesbo in Grecia, dove c’è uno dei più grandi campi profughi d’Europa, con accanto ancora una volta il patriarca Bartolomeo. Lanciando in mare una corona d’alloro, sottolinea come i migranti siano sempre nel suo cuore. Ma sopratutto come il Mediterraneo sia diventato il più grande cimitero del mondo.

Papa Francesco, addio all’uomo venuto dalla fine del mondo
di Francesco Bruno Fadda
Uno dei desideri più profondi del cuore umano è il desiderio di pace e stabilit
L’anno seguente, in Myanmar, riprende il dialogo con i buddisti. Si incontra con i rappresentanti delle diverse comunità religiose del Paese per difendere i diritti delle minoranze perseguitate.
È il 2019 quando, in Giappone a Hiroshima e Nagasaki, dice no alla folle corsa alle armi nucleari pronunciando parole che oggi sono più attuali che mai. “uno dei desideri più profondi del cuore umano è il desiderio di pace e stabilità. Il possesso di armi nucleari e di altre armi di distruzione di massa non è la migliore risposta a questo desiderio. Anzi, sembrano metterlo continuamente alla prova”.

Parole che sembrano fare da eco a quelle del 2016, durante la visita al campo di concentramento di Auschwitz: “Signore, abbi pietà del tuo popolo! Signore, perdono per tanta crudelt”. In piena pandemia e a sprezzo della sua sicurezza personale, nel 2021 Papa Francesco si reca in Iraq sulle orme di Abramo. Là dove neppure Wojtyla era riuscito ad arrivare, e sulla Piana di Ur, terra sacra per le tre grandi religioni monoteiste, esorta ancora alla pace.
Francesco: “onoriamo il padre Abramo. Facendo come lui: guardiamo il cielo e camminiamo sulla terra”
“Questo luogo benedetto ci riporta alle origini, alle sorgenti dell’opera di Dio, alla nascita delle nostre religioni. Qui, dove visse Abramo nostro padre, ci sembra di tornare a casa. Qui egli sentì la chiamata di Dio, da qui partì per un viaggio che avrebbe cambiato la storia. Noi siamo il frutto di quella chiamata e di quel viaggio. Dio chiese ad Abramo di alzare lo sguardo al cielo e di contarvi le stelle. In quelle stelle vide la promessa della sua discendenza, vide noi. E oggi noi, ebrei, cristiani e musulmani, insieme con i fratelli e le sorelle di altre religioni, onoriamo il padre Abramo. Facendo come lui: guardiamo il cielo e camminiamo sulla terra”.
L’ultimo viaggio, il più lungo del suo pontificato e forse il più duro e provante. Compiuto in condizioni di salute ormai irrimediabilmente compromesse, ha portato il Papa fra due continenti, Asia e Oceania. Francesco ha toccato quattro Continenti. Ha percorso 33mila chilometri dall’incontro interreligioso nella moschea di Giacarta in Indonesia alla missione di Vanimo al margine della giungla in Papua Nuova Guinea. Dal bagno di folla con 600mila persone a Dili alla povertà di Timor Est fino alla ricchezza di Singapore.

Cronaca surreale di un funerale social iniziato già da tempo
di Terry Nesti
Papa Francesco lascia questo mondo portando con sé la speranza mai sopita di raggiungere Mosca e Pechino, viaggi che fino all’ultimo aveva in animo di fare per portare le sue parole di pace ai politici di quelle nazioni dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina.
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